Scott Lang è agli arresti domiciliari dopo essersi schierato dalla parte di Captain American durante gli eventi di Civil War. Nonostante manchino pochi giorni alla sua definitiva scarcerazione, viene richiamato in servizio come Ant-Man da Hope van Dyne e Hank Pym, che credono di aver trovato un modo per far tornare dal Regno Quantico Janet van Dyne. I progetti del trio si scontrano con quelli di Ghost, una ragazza capace di attraversare le superfici solide dopo essere stata vittima di un incidente in cui perse la vita un ex-collega di Pym, che cerca di mettere le mani sulla tecnologia quantica per salvarsi la vita…

Il primo Ant-Man aveva rappresentato un piacevole diversivo rispetto ai canoni delineati dal Marvel Cinematic Universe, virando decisamente più sulla commedia e le gag rispetto all’action e all’avventura. Ant-Man and the Wasp, per quanto più coeso e strutturato rispetto al primo film, ne segue pedissequamente le tracce, e si propone assieme al primo Guardiani della Galassia e a Thor: Ragnarok, come uno dei film più genuinamente divertenti dell’oramai decennale saga made in Marvel & Disney.

Se la stragrande maggioranza delle trovate derivano dalla capacità dei protagonisti di aumentare e diminuire le proprie dimensioni, il cast di supporto, confermato in toto dal primo episodio, a cominciare dallo squinternato terzetto di “aiutanti” di Lang, capeggiato dal simpatico Micheal Pena, bilancia le trovate visive con situazioni surreali e fuori di testa, permettendo al film di viaggiare veloce e leggero fino ai titoli di coda. Il vero protagonista (attuale e, chissà, futuro) è però l’affascinante e misterioso regno quantico, che, appena accennato nel primo film, qui viene descritto e rappresentato con maggiore efficacia e spettacolarità.

Ant-Man and the Wasp offre peraltro il cattivo “meno cattivo” di tutta la storia del Marvel Cinematic Universe, visto che Ghost, interpretato dalla affascinante Hannah John-Kamen, è di fatto una vittima innocente che cerca solo di salvarsi la vita e non ordisce macchiavellici piani di dominio dell’Universo. Nonostante questo, vuoi per il tono da commedia brillante, vuoi per le strepitose scene d’azione (e gli altrettanto incredibili effetti speciali “ringiovanenti” che avevamo già notato ai tempi di Civil War e che ora appaiono ancora più raffinati e strabilianti) Ant-Man and the Wasp funziona alla grande, specie se preso come popcorn movie di puro disimpegno.

Le atmosfere epiche e drammatiche di Infinity War sembrano quindi lontanissime…almeno fino alla oramai immancabile sequenza post-crediti, che funge da inevitabile raccordo con la pietra miliare apparsa qualche mese fa e che spiana la strada agli ultimi episodi di questa coraggiosa e rivoluzionaria saga cinematografica. Per quest’anno con Marvel abbiamo finito: non resta quindi che contare i giorni che ci separano dall’8 marzo, quando Captain Marvel alzerà il sipario sull’ultimo eroe (pardon, eroina), prima del gran finale di Avengers: End Game (prendiamo per buoni gli ultimi rumor e battezziamolo così), cui toccherà dare una fine compiuta e soddisfacente a questo lunghissimo viaggio cinematografico.



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Andrea Chirichelli

Classe '73. Giornalista da tre anni, ha offerto il suo talento a riviste quali Wired, Metro, Capital, Traveller, Jack, Colonne Sonore, Game Republic e a decine di siti che ovviamente lo hanno evitato con anguillesca agilità. Ha in forte antipatia i fancazzisti, i politici, i medici, i giornalisti e soprattutto quelli che gli chiedono foto.

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